Chinese translation

Ben arrivato. Hai portato le acciughe? -
- Sono onorato di conoscerVi, Maestro. Per giungere qui ho nuotato lungo il Rivo degli Acrocordi, ho scalato la Gola dei Rovi, ho digiunato nella Piana dei Corvi e sì, Maestro, Vi ho portato le acciughe. -
- Vieni. Il burro è di capra. Bevi, prima. Vuoi lavarti? -
- Come ordinate, Maestro. Le mie membra sono sporche e affaticate, la mia mente è stanca e annebbiata, il mio giudizio è compromesso dalla polvere del dub.. -
- Ragazzo fa’ un po’ quello che ti viene, sì? Qui c’è l’acqua e lì una stuoia. -
- Perdonatemi, Maestro. Vorrei soltanto trovarmi nella corretta disposizione d’animo per conversare con Voi, rivolgere quelle domande che mi angosciano da tempo ed esser certo di ricordare ogni Vostro insegnamento. -
- Per il momento lavati e mangia, non curarti delle tue paure. -
- Ma quest’acqua, Maestro, l’avete presa qui vicino? -
- Un’ora di cammino da qui. -
- Oh, non posso accettarla. Ve ne prego, indicatemi il rivo e lo raggiungerò io stesso. -
- Ah, certo, sì. Puoi anche tornare da tua madre e pregarla di indicarti il modo per partorirti da solo. -
- Vi ho offeso. Maestro, io ho molto da domandare. -
- Sì ragazzo, ma non tollero il tuo alito se non mangi qualcosa. -
- Mi allontano, Maestro. Ma ditemi chi sono. -
- Sei un nodino di noie, come tutti i giovani che raggiungono questo luogo. Come lo ero anch’io, non temere. Un verde ramo tronfio che teme di buttar frutti. Non vuoi impiegare il tuo vigore per qualcosa che cadrà, verrà raccolto e mangiato da altri. Allora scappi, ma stando certo di aver indossato le vesti dell’eroe, senza che intorno a te vi sia una guerra, sia chiaro. E pur di darti una pena che faccia intenerire i tuoi pari, sei venuto fin qui. -
- Maestro, ma per raggiungerVi io ho nuotato lungo il gelido e insidioso Rivo degli Acrocordi, ho scalato la tagliente e franosa Gola dei Rovi, ho digiunato per tre giorni di cammino nella Piana dei Cor.. -
- E non era meglio starsene al villaggio a palpicciare una vergine? -
- Maestro, ella è fiera del mio coraggio, e sopporta l’attesa per sposare un uomo saggio. -
- Hai già il senno che ti serve. Ne chiedi ancora, non ti basterà mai. -
- No, Maestro. Io onorerò ogni Vostro insegnamento. -
- Io chiamo saggio il ramo legnoso che non deve più crescere, e dunque protegge e veicola linfa ai nuovi. Sei giovane, fingerti legnoso fa di te un ramo stupido. Fingerti solo, un ramo idiota. -
- Ciò che credevo un’impresa non è che una vile fuga dai miei compiti? Cosa devo fare? -
- Due strade soltanto. La prima, ritornare al Villaggio sconfitto, incurante della tua sconfitta, e fare quello che ti viene, partendo da quello che ti viene bene. La seconda, restare qui, e non fare mai ritorno. -
- Maestro, perché Voi avete scelto di restare qui? -
- La mia sposa morì di parto. Un incanto di donna con gli occhi forti e le mani gentili. Il dolore pervadeva ogni mia azione e avvelenava ogni mio discorso, non avevo modo di servire ancora il Villaggio se non venendo qui a risputare indietro i giovani torsoli in gita che si inventano drammi esistenziali per incolpevole noia. Vattene a casa dalla tua vergine, e accogli la grazia in ogni sua forma, quando ti capita per le mani, senza sperare che un giorno questa possa nascere per tua volontà. E assicurati che chiunque decida di nuotare lungo il Rivo degli Acrocordi, di scalare la Gola dei Rovi e di digiunare nella Piana dei Corvi, mi porti qui un pugno di acciughe, grazie. -